L'essenza della veritа (correttezza) come "giudizio di valore"

К оглавлению1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13  15  
 18 19 20 21 22 23 24  26 27 28 29 30 31 32  
34 35 36   39 40 41  43 44 45 46 47 48 49 50 
51 52 53 54  56  58 59 60 61 62 

Nel brano 493 della Volontа di potenza, Nietzsche definisce cosм la veritа:

"La veritа и la specie di errore senza la quale una determinata specie di esseri viventi non potrebbe vivere".

Viene dunque ribadita la concezione della veritа come illusione, errore. Per comprenderla piщ a fondo intensifichiamo la lettura dei brani dell'ultimo periodo (1887/88), raccolti nella prima sezione del terzo libro. Scegliamo come punto di partenza il n. 507, che ci permette di balzare, per cosм dire, nel centro dell'interpretazione nietzscheana della conoscenza come volontа di potenza.

Il brano incomincia: "Il giudizio di valore "io credo che questo e quest'altro sia cosм" come essenza della "veritа" ".

La concezione della veritа che da Platone e Aristotele in poi domina il pensiero e la storia dell'uomo occidentale, fino nelle azioni quotidiane e nelle opinioni abituali, consiste nella correttezza del rappresentare, dove il rappresentare significa adeguazione all'ente; veritа и dunque adeguazione del rappresentare a che cosa l'ente и e a come и. Questo vale per tutti i pensatori dell' Occidente, nonostante le apparenti diversitа, e anche Nietzsche и in sintonia con questa tradizione. Quindi la definizione della veritа come illusione ed errore ha, quale presupposto non esplicitato, quella connotazione della veritа come correttezza del rappresentare. Solo che in Nietzsche questo concetto si и trasformato in modo peculiare.

Nel brano citato egli afferma che la veritа и un "giudizio di valore", ossia: condizione prospettica del potenziamento della vita. Tale giudizio di valore ha il carattere di una "credenza", di un ritenere per vero. Con la connotazione della veritа come giudizio di valore la tradizionale concezione della veritа come correttezza viene dunque deviata in una direzione completamente diversa. Lo vediamo dalla prosecuzione del brano citato:

"Nei giudizi di valore si esprimono condizioni di conservazione e di crescita. Tutti i nostri sensi e organi di conoscenza sono sviluppati solo in vista di condizioni di conservazione e di crescita".

Pertanto, la veritа e il coglimento della veritа stanno al servizio della vita, i sensi e gli organi stessi della conoscenza, vale a dire la loro essenza e il loro esercizio, sono attivati e guidati nella prospettiva della vita.

 

Nel brano 493 della Volontа di potenza, Nietzsche definisce cosм la veritа:

"La veritа и la specie di errore senza la quale una determinata specie di esseri viventi non potrebbe vivere".

Viene dunque ribadita la concezione della veritа come illusione, errore. Per comprenderla piщ a fondo intensifichiamo la lettura dei brani dell'ultimo periodo (1887/88), raccolti nella prima sezione del terzo libro. Scegliamo come punto di partenza il n. 507, che ci permette di balzare, per cosм dire, nel centro dell'interpretazione nietzscheana della conoscenza come volontа di potenza.

Il brano incomincia: "Il giudizio di valore "io credo che questo e quest'altro sia cosм" come essenza della "veritа" ".

La concezione della veritа che da Platone e Aristotele in poi domina il pensiero e la storia dell'uomo occidentale, fino nelle azioni quotidiane e nelle opinioni abituali, consiste nella correttezza del rappresentare, dove il rappresentare significa adeguazione all'ente; veritа и dunque adeguazione del rappresentare a che cosa l'ente и e a come и. Questo vale per tutti i pensatori dell' Occidente, nonostante le apparenti diversitа, e anche Nietzsche и in sintonia con questa tradizione. Quindi la definizione della veritа come illusione ed errore ha, quale presupposto non esplicitato, quella connotazione della veritа come correttezza del rappresentare. Solo che in Nietzsche questo concetto si и trasformato in modo peculiare.

Nel brano citato egli afferma che la veritа и un "giudizio di valore", ossia: condizione prospettica del potenziamento della vita. Tale giudizio di valore ha il carattere di una "credenza", di un ritenere per vero. Con la connotazione della veritа come giudizio di valore la tradizionale concezione della veritа come correttezza viene dunque deviata in una direzione completamente diversa. Lo vediamo dalla prosecuzione del brano citato:

"Nei giudizi di valore si esprimono condizioni di conservazione e di crescita. Tutti i nostri sensi e organi di conoscenza sono sviluppati solo in vista di condizioni di conservazione e di crescita".

Pertanto, la veritа e il coglimento della veritа stanno al servizio della vita, i sensi e gli organi stessi della conoscenza, vale a dire la loro essenza e il loro esercizio, sono attivati e guidati nella prospettiva della vita.