La tesi di Protagora

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Secondo la traduzione corrente il detto di Protagora significa: "Di tutte le cose misura и l'uomo, di quelle che sono, del fatto che sono, di quelle che non sono, del fatto che non sono". Verrebbe da credere che qui stia parlando Descartes, e che vi si affermi che l'uomo, concepito con i caratteri dell' "io", determini l'ente in quanto tale. Cadremmo nondimeno in una illusione, se supponessimo una omogeneitа delle posizioni metafisiche di fondo in base a una certa uguaglianza delle parole e dei concetti.

Per distinguere il detto di Protagora dalla tesi di Descartes, evidenzieremo quattro riguardi,mediante i quali si definisce l'essenza di una posizione metafisica di fondo:

1) l'essere-sи (Selbstheit) dell'uomo; 2) il concetto dell'essere; 3) l'essenza della veritа; 4) il modo della "misura". Nessuno di questi momenti puт essere concepito separatamente dagli altri, ma ciascuno, rispettivamente sotto un riguardo, connota giа l'insieme.

Ora, la tesi di Protagora si riferisce all' "io" dell'uomo nel contesto di un pensiero che concepisce ciт che и presente come ciт che permane nella svelatezza dell'ente. Ciт implica, al tempo stesso, il riconoscimento di una velatezza e l'ammissione di una indecidibilitа in merito all'aspetto dell'ente puro e semplice. (Per questo Protagora diceva: "Molte sono infatti le cose che impediscono di percepire l'ente in quanto tale; sia la non evidenza [cioи velatezza] dell' ente, sia la brevitа della storia dell'uomo"). L' uomo, dunque, diventa "io" mediante la limitazione allo svelato circostante, non mediante uno svincolo dai limiti tale che diventi, come nel caso del soggetto cartesiano, centro e misura di tutto il rappresentabile. Egli и misura (Mass), in quanto fa sм che la moderazione (Maessigung), che si attiene alla cerchia dello svelato, diventi il tratto fondamentale della sua essenza.

Quindi, se pensiamo ai quattro riguardi che determinano l'essenza della metafisica, si puт ora affermare che, per Protagora:

1) L' "io" и determinato dalla limitata appartenenza alla regione dello svelato; 2) l'essere ha il carattere della presenza; 3) la veritа и esperita come svelatezza; 4) la "misura" ha il senso della moderazione della svelatezza.

 

Secondo la traduzione corrente il detto di Protagora significa: "Di tutte le cose misura и l'uomo, di quelle che sono, del fatto che sono, di quelle che non sono, del fatto che non sono". Verrebbe da credere che qui stia parlando Descartes, e che vi si affermi che l'uomo, concepito con i caratteri dell' "io", determini l'ente in quanto tale. Cadremmo nondimeno in una illusione, se supponessimo una omogeneitа delle posizioni metafisiche di fondo in base a una certa uguaglianza delle parole e dei concetti.

Per distinguere il detto di Protagora dalla tesi di Descartes, evidenzieremo quattro riguardi,mediante i quali si definisce l'essenza di una posizione metafisica di fondo:

1) l'essere-sи (Selbstheit) dell'uomo; 2) il concetto dell'essere; 3) l'essenza della veritа; 4) il modo della "misura". Nessuno di questi momenti puт essere concepito separatamente dagli altri, ma ciascuno, rispettivamente sotto un riguardo, connota giа l'insieme.

Ora, la tesi di Protagora si riferisce all' "io" dell'uomo nel contesto di un pensiero che concepisce ciт che и presente come ciт che permane nella svelatezza dell'ente. Ciт implica, al tempo stesso, il riconoscimento di una velatezza e l'ammissione di una indecidibilitа in merito all'aspetto dell'ente puro e semplice. (Per questo Protagora diceva: "Molte sono infatti le cose che impediscono di percepire l'ente in quanto tale; sia la non evidenza [cioи velatezza] dell' ente, sia la brevitа della storia dell'uomo"). L' uomo, dunque, diventa "io" mediante la limitazione allo svelato circostante, non mediante uno svincolo dai limiti tale che diventi, come nel caso del soggetto cartesiano, centro e misura di tutto il rappresentabile. Egli и misura (Mass), in quanto fa sм che la moderazione (Maessigung), che si attiene alla cerchia dello svelato, diventi il tratto fondamentale della sua essenza.

Quindi, se pensiamo ai quattro riguardi che determinano l'essenza della metafisica, si puт ora affermare che, per Protagora:

1) L' "io" и determinato dalla limitata appartenenza alla regione dello svelato; 2) l'essere ha il carattere della presenza; 3) la veritа и esperita come svelatezza; 4) la "misura" ha il senso della moderazione della svelatezza.