Il compendio del Nietzsche di Heidegger

К оглавлению1 2 3 4 5 6    10   13  15  
 18 19 20 21 22 23 24  26 27 28 29 30 31 32  
34 35 36   39 40 41  43 44 45 46 47 48 49 50 
51 52 53 54  56  58 59 60 61 62 

Libro Primo

I - La volontа di potenza come arte (1936/37)

Nietzsche come pensatore metafisico

L' espressione "La volontа di potenza" ha in N. un duplice ruolo: 1) и il titolo della sua opera capitale, programmata per anni ma mai realizzata; 2) и la denominanazione di ciт che costituisce il carattere fondamentale di tutto ciт che и. In questo secondo senso, и la risposta a quella che и da sempre la domanda-guida (Leitfrage) della filosofia che chiede che cosa и l'ente: tutto ciт che и, и per N. volontа di potenza. Nostra intenzione и chiarire la posizione di fondo all'interno della quale N. sviluppa la domanda-guida del pensiero occidentale. N. и un grande pensatore, un pensatore genuino, nel suo pensiero la tradizione del pensiero occidentale si raccoglie e si compie secondo una prospettiva decisiva. Per questo un confronto con N. и un confronto con il pensiero occidentale fino a oggi.

 

Il libro "La volontа di potenza"

La programmata opera filosofica capitale di N. non fu mai realizzata. Il testo di cui oggi disponiamo, intitolato La volontа di potenza contiene lavori preliminari ed elaborazioni parziali. Il piano secondo il quale i frammenti sono ordinati, l'articolazione in quattro libri e i titoli di essi sono di N.. I piani, i progetti, le articolazioni dell'opera sono cambiati piщ volte, senza che ci fosse una elaborazione dell'insieme che consenta di intravvedere un abbozzo determinante. Nell'ultimo anno (1888), prima del crollo, sono definitivamente abbandonati i piani iniziali.

L'autentica filosofia di N. non arriva mai ad assumere una forma definitiva nelle opere pubblicate; ciт che egli ha pubblicato и sempre avanscena. La prima edizione della Volontа di potenza, apparsa nel 1901 dopo la morte di N., comprendeva 483 brani, ordinati secondo un piano dell'Autore del 1887. Nel 1906 vi fu una nuova edizione, notevolmente accresciuta, comprendente 1067 brani; ma l'intero materiale и contenuto nell'edizione completa, nei volumi XIII e XIV dei frammenti postumi. Questi brani, per lo piщ, non sono semplici frammenti e annotazioni fugaci, ma aforismi accuratamente elaborati.

 

Piani e lavori preliminari alla "costruzione capitale"

Dall' 82 all'88 N. elabora diversi piani e progetti, che mutano di volta in volta. Si possono tuttavia distinguere tre posizioni fondamentali (la prima, che cronologicamente si estende dall' 82 all'83; la seconda, che comprende gli anni dall'85 all'87; la terza, che va dall'87 all'88).

Ognuna di esse и caratterizzata da un titolo predominante. La prima ha per titolo: Filosofia dell'eterno ritorno, con il sottotitolo: Un tentativo di trasvalutazione di tutti i valori. La seconda и intitolata: La volontа di potenza, con il sottotitolo: Tentativo di una trasvalutazione di tutti i valori. La terza: Trasvalutazione di tutti i valori.

"Eterno ritorno", "volontа di potenza" e "trasvalutazione" sono le tre parole-guida sotto le quali sta la progettata opera capitale. Per comprendere la filosofia di N. occorre cogliere la connessione tra questi concetti e la loro relazione necessaria con la metafisica occidentale.

 

L'unitа di volontа di potenza, eterno ritorno e trasvalutazione

La dottrina dell'eterno ritorno и intimamente connessa a quella della volontа di potenza, ed entrambe, nella loro unitа, si autocomprendono come trasvalutazione di tutti i valori. Ma in che senso eterno ritorno e volontа di potenza sono connessi? Di questa domanda, in quanto decisiva, ci occuperemo piщ a fondo in seguito; per ora, basti una risposta allusiva.

L'espressione "volontа di potenza" nomina il carattere fondamentale dell'ente in quanto ente. Con ciт non si и ancora risposto alla prima autentica domanda della filosofia, bensм all'ultima domanda preliminare. La domanda decisiva che si pone al termine della filosofia occidentale и quella sul senso dell'essere, й la domanda fondamentale (Grundfrage), che non и sviluppata come tale nella storia della filosofia; anche in N. rimane entro la domanda-guida. La questione dell'essere и il pensiero piщ grave della filosofia, e non и un caso che l'eterno ritorno, per N. sia denominato "il pensiero piщ grave". Con tale dottrina N. pensa quel pensiero che domina per intero tutta la storia della filosofia occidentale. Pensare l'essere come eterno ritorno significa pensarlo come tempo: l'eternitа non come un "ora" che resta fermo, nи come una successione all'infinito, ma come l' "ora" che si ripercuote su se stesso.

Se non si coglie la connessione tra la volontа di potenza, come carattere fondamentale dell'ente, e l'eterno ritorno, come determinazione somma dell'essere, non si comprende neppure il contenuto metafisico della dottrina della volontа di potenza.

Se perт и la dottrina dell'eterno ritorno ad essere il nucleo piщ intimo della filosofia di N., in realtа, il suo sforzo decisivo и quello di mostrare il carattere fondamentale dell'ente come volontа di potenza; in questo senso la volontа di potenza и la dottrina centrale.

Nell'interpretazione dell'opera, non ci atterremo alla successione dei singoli brani cosм come si presenta nella raccolta postuma, poichи tale ordinamento и arbitrario e inessenziale. Occorre pensare i singoli brani secondo il loro movimento speculativo interno. E' comunque decisivo ascoltare N. stesso, porre le domande con lui, per mezzo di lui e cosм al tempo stesso contro di lui, ma per l'unica intima cosa comune in questione nella filosofia occidentale.

 

La struttura dell'"opera capitale". Il modo di pensare di Nietzsche come rovesciamento

Determiniano la posizione metafisica di N. per mezzo di due tesi: 1) Il carattere fondamentale dell'ente in quanto tale и "la volontа di potenza". 2) L'essere и "l'eterno ritorno dell'ugale". Se interroghiamo a fondo la filosofia di N. secondo queste due tesi, andiamo oltre la sua posizione e quella della filosofia a lui precedente. Ma soltanto questo andare oltre consente di ritornare su Nietzsche. Ciт avverrа per mezzo di una interpretazione della Volontа di potenza.

Il piano di quest'opera, su cui si basa l'edizione in volume, secondo un progetto dell'87, presenta la seguente forma:

La volontа di potenza - Tentativo di una trasvalutazione di tutti i valori

Libro primo: Il nichilismo europeo.

Libro secondo: Critica dei valori finora supremi.

Libro terzo: Principio di una nuova posizione di valori.

Libro quarto: Disciplina e allevamento.

La nostra interrogazione comincia e si limita al terzo libro. Per N. una posizione di valori и una posizione in base alla quale si determina il modo come deve essere tutto ciт che и. Una "nuova" posizione porrа, rispetto a quella antica, un valore diverso che sarа determinante per il futuro. Per questo nel secondo libro и premessa una critica dei valori supremi finora in vigore, legati al cristianesimo, alla morale e alla filosofia. Tali valori vengono confutati in base all'origine problematica della loro posizione. Questa critica и a sua volta preceduta da una esposizione del nichilismo europeo, contenuta nel primo libro. Il nichilismo per N. и il fatto fondamentale della storia occidentale; esso consiste nella svalutazione dei valori supremi attraverso un lungo processo storico che inizia nei secoli prima di Cristo, giunge fino al XX secolo e interesserа i secoli venturi. Il nichilismo non ha solo un carattere puramente negativo, di dissoluzione; non esclude, per lunghi tratti del suo cammmino storico, momenti di ascesa creativa. "Corruzione" e "degenerazione fisiologica" non sono cause del nichilismo, ma conseguenze, per cui esso non puт essere semplicemente superato con la loro eliminazione, ma solo ritardato. Il contromovimento che si oppone al nichilismo, appartiene anch'esso alla storia del nichilismo, и interno ad esso, e sarа una transvalutazione di tutti i valori.

Ogni nuova posizione di valori dovrа 'allevare' coloro che portano il nuovo atteggiamento, nonchи i nuovi bisogni e le nuove esigenze. Perciт l'opera termina, nel quarto libro con "Disciplina e allevamento".

La posizione dei valori supremi non avviene di colpo, ma coloro che li pongono, ossia i filosofi, i creatori, devono tentare nuove strade; con il loro domandare devono mettere alla prova l'ente in relazione al suo essere e alla sua veritа. N. scrive: "Facciamo un tentativo con la veritа! Forse sarа la rovina dell'umanitа! Orsщ!"

Qual и il principio della nuova posizione dei valori? E' importante anzitutto chiarire il titolo del terzo libro. Il termine "principio" significa fondamento, nel senso dell'archи dei Greci: ciт a partire da cui una cosa si determina diventando quello che и. Il principio di una nuova posizione dei valori и quindi il fondamento di un porre valori nuovi rispetto a quelli finora in vigore. N. vuole fondare in modo nuovo la maniera in cui i valori vengono posti. Questo fondamento и la volontа di potenza. Come la si deve intendere? Abbiamo detto che per N. la volontа di potenza denomina il carattere fondamentale dell'ente, ciт che propriamente и. Ora, la riflessione decisiva di N. procede cosм: se si deve fissare ciт che propriamente deve essere, lo si potrа fare solo se prima si saprа con chiarezza che cosa и e che cosa costituisce l'essere. Per questo la volontа di potenza и giа in se stessa un porre valori, poichи l'ente и concepito come volontа di potenza. E quindi diventa superfluo un "dover essere" che si sovrapponga all'ente affinchи questo lo prenda per misura.

Mettere in evidenza il principio della nuova posizione dei valori significa anzitutto dimostrare che la volontа di potenza и il carattere fondamentale dell'ente. In relazione a tale compito i curatori della Volontа di potenza hanno suddiviso il terzo libro in quattro capitoli:

I. La volontа di potenza come conoscenza

II. La volontа di potenza nella natura.

III. La volontа di potenza come societа e individuo.

IV. La volontа di potenza come arte.

Tale disposizione appare ben fondata, sulla base dei manoscritti di cui disponiamo; i curatori hanno utilizzato, per la suddivisioneripartizione dei capitoli e la ripartizione degli aforismi diverse indicazioni di N. .

Iniziamo l'interpretazione dal quarto e ultimo capitolo: "La volontа di potenza come arte", che comprende gli aforismi dal n. 794 al n. 853. Iniziamo dal quarto e non dal primo capitolo per ragioni che dipendono dal contenuto stesso: и soprattutto in base alla concezione nietzscheana dell'arte che si puт comprendere il significato della volontа di potenza. Affinchи perт l'espressionr "volontа di potenza" non continui a restare una mera parola, anticipiamo i tratti dell'interpretazione del quarto capitolo, domandando: 1) Che cosa intende N. con questa espressione? 2) Perchи il carattere fondamentale dell'ente и denominato come volontа?

 

L'essere dell'ente come volontа nella metafisica tradizionale

La concezione dell'essere dell'ente come volontа и in linea con la migliore tradizione della filosofia tedesca. La troviamo in Schopenhauer, la cui opera Il mondo come volontа e rappresentazione, fu inizialmente uno stimolo per la filosofia di N., anche se egli intende per volontа qualcosa di completamente diverso. L'opera di Schopenhauer, d'altra parte, и profondamente debitrice nei confronti di Schelling e di Hegel. Questi ultimi hanno interpretato l'essere come volontа. Schelling ha scritto nel trattato Sull'essenza della libertа umana che il volere и l'essere originario. E Hegel, nella Fenomenologia dello spirito, ha concepito l'essenza dell'essere come sapere, ma il sapere come uguale per essenza al volere. Entrambi erano consapevoli di interpretare il pensiero di un altro grande pensatore tedesco, Leibniz, il quale determinava l'essenza dell'essere come unitа originaria di perceptio e appetitus, di rappresentazione e volontа.

Tuttavia la dottrina di N. non и dipendente da quella di questi grandi pensatori. Un grande pensatore del resto и tale perchи и in grado di trasformare in modo originale il pensiero degli altri "grandi". Ciт vale per N., la cui dottrina dell'essere come volontа si inserisce nella corrente di pensiero piщ profonda e necessaria della metafisica occidentale.

 

La volontа come volontа di potenza

Per N. la volontа non и altro che volontа di potenza, e la potenza non и altro che l'essenza della volontа. La volontа di potenza и allora volontа di volontа, cioи volere и volere se stesso.

Se vogliamo tentare di chiarire concetti che pretendono di cogliere l'essere dell'ente, non ci possiamo richiamare ad un ente determinato o ad un modo d'essere particolare. Cosм, ad esempio, non si puт dire che la volontа и una facoltа psichica, perchи se и la volontа a determinare l'essenza di ogni cosa, non и quest'ultima che avrа il carattere della psiche, ma sarа la psiche ad avere il carattere della volontа. Se la volontа di potenza connota l'essere stesso, non ci sarа piщ nulla che possa determinare ulteriormente la volontа. La volontа и volontа; ma questa definizione, formalmente corretta, non dice piщ nulla, e puт indurre in errore in quanto si crede che alla semplice parola corrisponda una cosa altrettanto semplice.

Nietzsche nondimeno la denomina a volte come "affetto", come "passione", come "sentimento", o come "comando". Anche se questo modo di procedere puт suscitare perplessitа, in quanto non si tratta di determinazioni chiarite a sufficienza, va considerato che, data la polisemia del concetto di volontа, non restava a N., per definirne l'essenza, che utilizzare termini noti.

La determinazione del volere che si impone per prima, и quella di un tendere a.., mirare a qualcosa, essere diretti a qualcosa. (Anche se nell'essere diretti a qualcosa, come per es. nella rappresentazione, non и insito ancora un volere).

Si dice anche volere nel senso di desiderare; ma il volere non и un desiderare, poichи implica la risolutezza del comando. Nel volere inoltre и implicito il riferimento ad un oggetto: l'errore di Schopenhauer, al proposito, и quello di ritenere che esista un volere puro, senza un oggetto determinato. Sta invece nell'essenza del volere che in esso consistano il voluto e il volente. E' contenuto nel volere l' essere risoluto a se stesso, un volere al di lа di se stesso e la determinatezza dell'oggetto. Quando N. accentua il carattere di comando della volontа, intende evidenziarne la risolutezza e la fermezza. In questa fermezza del volere che si slancia oltre se stessa sta l'"essere signore di..". In questo senso la volontа и potenza, e la potenza volontа. Pertanto l'espressione "volontа di potenza" non significa che la potenza sia il fine della volontа, un qualcosa che va ad aggiungersi ad essa, ma un chiarimento della volontа stessa.

Solo dopo aver chiarito questi aspetti di fondo, si possono comprendere le ulteriori connotazioni del concetto di volontа.

 

La volontа come affetto, passione e sentimento

N. chiama la volontа sia affetto, sia passione, sia sentimento. In un brano della Volontа di potenza (il n. 688), egli definisce la volontа di potenza l'affetto originario, e tutti gli affetti forme derivate di essa. Queste spiegazioni non vanno intese nell'ottica della psicologia comune.

La caratteristica essenziale di un affetto и quella di trasportarci fuori di noi stessi. Nell'affetto siamo sovreccitati, non siamo piщ padroni di noi stessi, siamo al di lа, fuori di noi. Nell'affetto la volontа diviene non volontа. Cosм in tedesco l'ira si dice anche Un-wille, alla lettera: non volontа, appunto.

Oltre che come affetto la volontа и connotata anche come passione. La passione и qualcosa di sostanzialmente diverso dall'affetto. In essa c'и uno slancio che non rende ciechi, ma al contrario lucidi, freddi, come ad es. nell'odio. Una passione ha anche una maggiore persistenza e compattezza, che non chiude l'io in se stesso, ma lo raccoglie aprendolo. In questo senso la volontа и un essere padrone-di-sи, nel quale diventiamo lucidi e prendiamo potere dell'ente intorno a noi e in noi.

Un sentimento invece и il modo in cui ci troviamo nei confronti delle cose e di noi stessi. Nel sentimento si apre e si mantiene aperto tale modo di essere, и esso stesso questo stato originario. Ne viene una ulteriore delucidazione dell'essenza della volontа, per cui essa si schiude a se stessa. Nel volere mettiamo in luce noi stessi, la nostra identitа, e tale luce и implicita nell'essenza della volontа, non deriva da una riflessione che sopravvenga dopo.

N. designa la volontа ora come affetto, ora come passione e sentimento, ma dietro questi termini vede qualcosa di piщ originario: essi sono, nel fondo della loro essenza, volontа di potenza. Perciт non ha molto senso definire "emozionale" la sua concezione, in contrapposizione a quella idealistica.

 

L'interpretazione idealistica della dottrina nietzscheana della volontа

Se per interpretazione idealistica della volontа si intende quella concezione che dice che la volontа nella sua essenza и un rappresentare, ossia и determinata da idee, allora idealistica и l'intera tradizione occidentale che inizia con Aristotele. Questi, trattando della natura del desiderio, dice infatti che "ciт che nel desiderio и desiderato muove, e l'intelletto, il rappresentare, muove soltanto perchи si rappresenta ciт che nel desiderio и desiderato".

Il pensiero filosofico successivo fa propria questa concezione. Per Kant la volontа e quella facoltа desiderativa che agisce secondo concetti. Il rappresentare differenzia la volontа desiderativa dall'appetito cieco. Anche nell'idealismo tedesco viene ripreso questo concetto. Per Hegel sapere e volere sono la stessa cosa. Il vero sapere и anche agire. Nietzsche stesso dice: "volere, cioи comandare", ossia: "mirare in modo chiaro, teso" ad una cosa. E in ciт и insito appunto il rappresentare, il pensiero che comanda. Tuttavia, se vogliamo avvicinarci il piщ possibile alla concezione nietzscheana della volontа dobbiamo evitare tutte le denominazioni usuali, sia che vengano definite idealistiche o emozionali, o altro.

 

Volontа e potenza. L'essenza della potenza

Ogni volere и un voler-essere-di-piщ; quindi и potenza nel senso del potenziamento, dell'elevazione; и anche autoaffermazione, nel senso di un riandare all'essenza, all'origine. La volontа di potenza и dunque volontа di essenza, e in quanto tale и qualcosa che crea e distrugge: l'essere-signore-al-di-lа-di-sи и sempre anche annientamento. Anche il nulla, la distruzione fanno parte dell'essenza dell'essere. Con tale concezione N. si ricollega al pensiero occidentale.

L'idealismo tedesco ha pensato l'essere come volontа, e si и spinto fino a pensare il negativo come appartenente all'essere. Hegel, nella Prefazione alla Fenomenologia dello spirito ha parlato di "immane potenza del negativo" e ha scritto che la vita dello spirito и quella "che sopporta la morte e che in essa si mantiene".

N. che non approvava il disprezzo di Schopenhauer verso l'idealismo, nel brano n. 416 della Volontа di potenza, ha esaltato la "grandiosa iniziativa" della filosofia tedesca che ha pensato "un panteismo in cui il male, l'errore e il dolore non siano avvertiti come argomenti contro la divinitа".

Anche per quanto riguarda il concetto di potenza come determinazione dell'essere N. si ricollega alla tradizione metafisica occidentale. La potenza, per N., in quanto forza, significa essere pronti ad operare, essere capaci di.. (dynamis). Ma potenza и anche l'atto del dominio, l'essere-all'opera-della-forza (enиrgheia), nonchи venire-a-se-stesso nella semplicitа dell'essenza (entelиcheia). Ma dщnamis, enиrgheia ed entelиcheia sono per Aristotele le determinazioni supreme dell'essere. Vi и quindi un'intima relazione fra la volontа di potenza di N. e la metafisica di Aristotele. Ciт non significa intepretare N. attraverso Aristotele, piuttosto, entrambe le dottrine devono essere riprese nel contesto di una domanda piщ originaria.

 

La domanda-guida e la domanda fondamentale della filosofia

Incominciamo l'intepretazione del terzo libro con il quarto e ultimo capitolo, intitolato "La volontа di potenza come arte". Chiarendo come N. concepisce l'arte, si chiarisce perchи l'intepretazione della volontа di potenza debba cominciare proprio dall'arte. Occorre perт tenere ben saldo l'intento filosofico fondamentale dell'interpretazione, che si articola nella domanda-guida (Leitfrage) - che chiede che cosa и l'ente - e nella domanda fondamentale (Grundfrage) - che chiede che cosa и l'essere-. Queste domande conducono oltre N., ma portano allo scoperto e rendono fertile il suo pensiero. La domanda fondamentale rimane estranea a N., come al pensiero a lui precedente.

In N. il problema dell'essenza della veritа (che и incluso in tali domande), и legato all'interpretazione dell'ente in quanto volontа di potenza. E dato che l'arte ha una posizione eminente nel contesto di tale interpretazione, allora и nell'arte che diviene centrale la questione della veritа.

 

Libro Primo

I - La volontа di potenza come arte (1936/37)

Nietzsche come pensatore metafisico

L' espressione "La volontа di potenza" ha in N. un duplice ruolo: 1) и il titolo della sua opera capitale, programmata per anni ma mai realizzata; 2) и la denominanazione di ciт che costituisce il carattere fondamentale di tutto ciт che и. In questo secondo senso, и la risposta a quella che и da sempre la domanda-guida (Leitfrage) della filosofia che chiede che cosa и l'ente: tutto ciт che и, и per N. volontа di potenza. Nostra intenzione и chiarire la posizione di fondo all'interno della quale N. sviluppa la domanda-guida del pensiero occidentale. N. и un grande pensatore, un pensatore genuino, nel suo pensiero la tradizione del pensiero occidentale si raccoglie e si compie secondo una prospettiva decisiva. Per questo un confronto con N. и un confronto con il pensiero occidentale fino a oggi.

 

Il libro "La volontа di potenza"

La programmata opera filosofica capitale di N. non fu mai realizzata. Il testo di cui oggi disponiamo, intitolato La volontа di potenza contiene lavori preliminari ed elaborazioni parziali. Il piano secondo il quale i frammenti sono ordinati, l'articolazione in quattro libri e i titoli di essi sono di N.. I piani, i progetti, le articolazioni dell'opera sono cambiati piщ volte, senza che ci fosse una elaborazione dell'insieme che consenta di intravvedere un abbozzo determinante. Nell'ultimo anno (1888), prima del crollo, sono definitivamente abbandonati i piani iniziali.

L'autentica filosofia di N. non arriva mai ad assumere una forma definitiva nelle opere pubblicate; ciт che egli ha pubblicato и sempre avanscena. La prima edizione della Volontа di potenza, apparsa nel 1901 dopo la morte di N., comprendeva 483 brani, ordinati secondo un piano dell'Autore del 1887. Nel 1906 vi fu una nuova edizione, notevolmente accresciuta, comprendente 1067 brani; ma l'intero materiale и contenuto nell'edizione completa, nei volumi XIII e XIV dei frammenti postumi. Questi brani, per lo piщ, non sono semplici frammenti e annotazioni fugaci, ma aforismi accuratamente elaborati.

 

Piani e lavori preliminari alla "costruzione capitale"

Dall' 82 all'88 N. elabora diversi piani e progetti, che mutano di volta in volta. Si possono tuttavia distinguere tre posizioni fondamentali (la prima, che cronologicamente si estende dall' 82 all'83; la seconda, che comprende gli anni dall'85 all'87; la terza, che va dall'87 all'88).

Ognuna di esse и caratterizzata da un titolo predominante. La prima ha per titolo: Filosofia dell'eterno ritorno, con il sottotitolo: Un tentativo di trasvalutazione di tutti i valori. La seconda и intitolata: La volontа di potenza, con il sottotitolo: Tentativo di una trasvalutazione di tutti i valori. La terza: Trasvalutazione di tutti i valori.

"Eterno ritorno", "volontа di potenza" e "trasvalutazione" sono le tre parole-guida sotto le quali sta la progettata opera capitale. Per comprendere la filosofia di N. occorre cogliere la connessione tra questi concetti e la loro relazione necessaria con la metafisica occidentale.

 

L'unitа di volontа di potenza, eterno ritorno e trasvalutazione

La dottrina dell'eterno ritorno и intimamente connessa a quella della volontа di potenza, ed entrambe, nella loro unitа, si autocomprendono come trasvalutazione di tutti i valori. Ma in che senso eterno ritorno e volontа di potenza sono connessi? Di questa domanda, in quanto decisiva, ci occuperemo piщ a fondo in seguito; per ora, basti una risposta allusiva.

L'espressione "volontа di potenza" nomina il carattere fondamentale dell'ente in quanto ente. Con ciт non si и ancora risposto alla prima autentica domanda della filosofia, bensм all'ultima domanda preliminare. La domanda decisiva che si pone al termine della filosofia occidentale и quella sul senso dell'essere, й la domanda fondamentale (Grundfrage), che non и sviluppata come tale nella storia della filosofia; anche in N. rimane entro la domanda-guida. La questione dell'essere и il pensiero piщ grave della filosofia, e non и un caso che l'eterno ritorno, per N. sia denominato "il pensiero piщ grave". Con tale dottrina N. pensa quel pensiero che domina per intero tutta la storia della filosofia occidentale. Pensare l'essere come eterno ritorno significa pensarlo come tempo: l'eternitа non come un "ora" che resta fermo, nи come una successione all'infinito, ma come l' "ora" che si ripercuote su se stesso.

Se non si coglie la connessione tra la volontа di potenza, come carattere fondamentale dell'ente, e l'eterno ritorno, come determinazione somma dell'essere, non si comprende neppure il contenuto metafisico della dottrina della volontа di potenza.

Se perт и la dottrina dell'eterno ritorno ad essere il nucleo piщ intimo della filosofia di N., in realtа, il suo sforzo decisivo и quello di mostrare il carattere fondamentale dell'ente come volontа di potenza; in questo senso la volontа di potenza и la dottrina centrale.

Nell'interpretazione dell'opera, non ci atterremo alla successione dei singoli brani cosм come si presenta nella raccolta postuma, poichи tale ordinamento и arbitrario e inessenziale. Occorre pensare i singoli brani secondo il loro movimento speculativo interno. E' comunque decisivo ascoltare N. stesso, porre le domande con lui, per mezzo di lui e cosм al tempo stesso contro di lui, ma per l'unica intima cosa comune in questione nella filosofia occidentale.

 

La struttura dell'"opera capitale". Il modo di pensare di Nietzsche come rovesciamento

Determiniano la posizione metafisica di N. per mezzo di due tesi: 1) Il carattere fondamentale dell'ente in quanto tale и "la volontа di potenza". 2) L'essere и "l'eterno ritorno dell'ugale". Se interroghiamo a fondo la filosofia di N. secondo queste due tesi, andiamo oltre la sua posizione e quella della filosofia a lui precedente. Ma soltanto questo andare oltre consente di ritornare su Nietzsche. Ciт avverrа per mezzo di una interpretazione della Volontа di potenza.

Il piano di quest'opera, su cui si basa l'edizione in volume, secondo un progetto dell'87, presenta la seguente forma:

La volontа di potenza - Tentativo di una trasvalutazione di tutti i valori

Libro primo: Il nichilismo europeo.

Libro secondo: Critica dei valori finora supremi.

Libro terzo: Principio di una nuova posizione di valori.

Libro quarto: Disciplina e allevamento.

La nostra interrogazione comincia e si limita al terzo libro. Per N. una posizione di valori и una posizione in base alla quale si determina il modo come deve essere tutto ciт che и. Una "nuova" posizione porrа, rispetto a quella antica, un valore diverso che sarа determinante per il futuro. Per questo nel secondo libro и premessa una critica dei valori supremi finora in vigore, legati al cristianesimo, alla morale e alla filosofia. Tali valori vengono confutati in base all'origine problematica della loro posizione. Questa critica и a sua volta preceduta da una esposizione del nichilismo europeo, contenuta nel primo libro. Il nichilismo per N. и il fatto fondamentale della storia occidentale; esso consiste nella svalutazione dei valori supremi attraverso un lungo processo storico che inizia nei secoli prima di Cristo, giunge fino al XX secolo e interesserа i secoli venturi. Il nichilismo non ha solo un carattere puramente negativo, di dissoluzione; non esclude, per lunghi tratti del suo cammmino storico, momenti di ascesa creativa. "Corruzione" e "degenerazione fisiologica" non sono cause del nichilismo, ma conseguenze, per cui esso non puт essere semplicemente superato con la loro eliminazione, ma solo ritardato. Il contromovimento che si oppone al nichilismo, appartiene anch'esso alla storia del nichilismo, и interno ad esso, e sarа una transvalutazione di tutti i valori.

Ogni nuova posizione di valori dovrа 'allevare' coloro che portano il nuovo atteggiamento, nonchи i nuovi bisogni e le nuove esigenze. Perciт l'opera termina, nel quarto libro con "Disciplina e allevamento".

La posizione dei valori supremi non avviene di colpo, ma coloro che li pongono, ossia i filosofi, i creatori, devono tentare nuove strade; con il loro domandare devono mettere alla prova l'ente in relazione al suo essere e alla sua veritа. N. scrive: "Facciamo un tentativo con la veritа! Forse sarа la rovina dell'umanitа! Orsщ!"

Qual и il principio della nuova posizione dei valori? E' importante anzitutto chiarire il titolo del terzo libro. Il termine "principio" significa fondamento, nel senso dell'archи dei Greci: ciт a partire da cui una cosa si determina diventando quello che и. Il principio di una nuova posizione dei valori и quindi il fondamento di un porre valori nuovi rispetto a quelli finora in vigore. N. vuole fondare in modo nuovo la maniera in cui i valori vengono posti. Questo fondamento и la volontа di potenza. Come la si deve intendere? Abbiamo detto che per N. la volontа di potenza denomina il carattere fondamentale dell'ente, ciт che propriamente и. Ora, la riflessione decisiva di N. procede cosм: se si deve fissare ciт che propriamente deve essere, lo si potrа fare solo se prima si saprа con chiarezza che cosa и e che cosa costituisce l'essere. Per questo la volontа di potenza и giа in se stessa un porre valori, poichи l'ente и concepito come volontа di potenza. E quindi diventa superfluo un "dover essere" che si sovrapponga all'ente affinchи questo lo prenda per misura.

Mettere in evidenza il principio della nuova posizione dei valori significa anzitutto dimostrare che la volontа di potenza и il carattere fondamentale dell'ente. In relazione a tale compito i curatori della Volontа di potenza hanno suddiviso il terzo libro in quattro capitoli:

I. La volontа di potenza come conoscenza

II. La volontа di potenza nella natura.

III. La volontа di potenza come societа e individuo.

IV. La volontа di potenza come arte.

Tale disposizione appare ben fondata, sulla base dei manoscritti di cui disponiamo; i curatori hanno utilizzato, per la suddivisioneripartizione dei capitoli e la ripartizione degli aforismi diverse indicazioni di N. .

Iniziamo l'interpretazione dal quarto e ultimo capitolo: "La volontа di potenza come arte", che comprende gli aforismi dal n. 794 al n. 853. Iniziamo dal quarto e non dal primo capitolo per ragioni che dipendono dal contenuto stesso: и soprattutto in base alla concezione nietzscheana dell'arte che si puт comprendere il significato della volontа di potenza. Affinchи perт l'espressionr "volontа di potenza" non continui a restare una mera parola, anticipiamo i tratti dell'interpretazione del quarto capitolo, domandando: 1) Che cosa intende N. con questa espressione? 2) Perchи il carattere fondamentale dell'ente и denominato come volontа?

 

L'essere dell'ente come volontа nella metafisica tradizionale

La concezione dell'essere dell'ente come volontа и in linea con la migliore tradizione della filosofia tedesca. La troviamo in Schopenhauer, la cui opera Il mondo come volontа e rappresentazione, fu inizialmente uno stimolo per la filosofia di N., anche se egli intende per volontа qualcosa di completamente diverso. L'opera di Schopenhauer, d'altra parte, и profondamente debitrice nei confronti di Schelling e di Hegel. Questi ultimi hanno interpretato l'essere come volontа. Schelling ha scritto nel trattato Sull'essenza della libertа umana che il volere и l'essere originario. E Hegel, nella Fenomenologia dello spirito, ha concepito l'essenza dell'essere come sapere, ma il sapere come uguale per essenza al volere. Entrambi erano consapevoli di interpretare il pensiero di un altro grande pensatore tedesco, Leibniz, il quale determinava l'essenza dell'essere come unitа originaria di perceptio e appetitus, di rappresentazione e volontа.

Tuttavia la dottrina di N. non и dipendente da quella di questi grandi pensatori. Un grande pensatore del resto и tale perchи и in grado di trasformare in modo originale il pensiero degli altri "grandi". Ciт vale per N., la cui dottrina dell'essere come volontа si inserisce nella corrente di pensiero piщ profonda e necessaria della metafisica occidentale.

 

La volontа come volontа di potenza

Per N. la volontа non и altro che volontа di potenza, e la potenza non и altro che l'essenza della volontа. La volontа di potenza и allora volontа di volontа, cioи volere и volere se stesso.

Se vogliamo tentare di chiarire concetti che pretendono di cogliere l'essere dell'ente, non ci possiamo richiamare ad un ente determinato o ad un modo d'essere particolare. Cosм, ad esempio, non si puт dire che la volontа и una facoltа psichica, perchи se и la volontа a determinare l'essenza di ogni cosa, non и quest'ultima che avrа il carattere della psiche, ma sarа la psiche ad avere il carattere della volontа. Se la volontа di potenza connota l'essere stesso, non ci sarа piщ nulla che possa determinare ulteriormente la volontа. La volontа и volontа; ma questa definizione, formalmente corretta, non dice piщ nulla, e puт indurre in errore in quanto si crede che alla semplice parola corrisponda una cosa altrettanto semplice.

Nietzsche nondimeno la denomina a volte come "affetto", come "passione", come "sentimento", o come "comando". Anche se questo modo di procedere puт suscitare perplessitа, in quanto non si tratta di determinazioni chiarite a sufficienza, va considerato che, data la polisemia del concetto di volontа, non restava a N., per definirne l'essenza, che utilizzare termini noti.

La determinazione del volere che si impone per prima, и quella di un tendere a.., mirare a qualcosa, essere diretti a qualcosa. (Anche se nell'essere diretti a qualcosa, come per es. nella rappresentazione, non и insito ancora un volere).

Si dice anche volere nel senso di desiderare; ma il volere non и un desiderare, poichи implica la risolutezza del comando. Nel volere inoltre и implicito il riferimento ad un oggetto: l'errore di Schopenhauer, al proposito, и quello di ritenere che esista un volere puro, senza un oggetto determinato. Sta invece nell'essenza del volere che in esso consistano il voluto e il volente. E' contenuto nel volere l' essere risoluto a se stesso, un volere al di lа di se stesso e la determinatezza dell'oggetto. Quando N. accentua il carattere di comando della volontа, intende evidenziarne la risolutezza e la fermezza. In questa fermezza del volere che si slancia oltre se stessa sta l'"essere signore di..". In questo senso la volontа и potenza, e la potenza volontа. Pertanto l'espressione "volontа di potenza" non significa che la potenza sia il fine della volontа, un qualcosa che va ad aggiungersi ad essa, ma un chiarimento della volontа stessa.

Solo dopo aver chiarito questi aspetti di fondo, si possono comprendere le ulteriori connotazioni del concetto di volontа.

 

La volontа come affetto, passione e sentimento

N. chiama la volontа sia affetto, sia passione, sia sentimento. In un brano della Volontа di potenza (il n. 688), egli definisce la volontа di potenza l'affetto originario, e tutti gli affetti forme derivate di essa. Queste spiegazioni non vanno intese nell'ottica della psicologia comune.

La caratteristica essenziale di un affetto и quella di trasportarci fuori di noi stessi. Nell'affetto siamo sovreccitati, non siamo piщ padroni di noi stessi, siamo al di lа, fuori di noi. Nell'affetto la volontа diviene non volontа. Cosм in tedesco l'ira si dice anche Un-wille, alla lettera: non volontа, appunto.

Oltre che come affetto la volontа и connotata anche come passione. La passione и qualcosa di sostanzialmente diverso dall'affetto. In essa c'и uno slancio che non rende ciechi, ma al contrario lucidi, freddi, come ad es. nell'odio. Una passione ha anche una maggiore persistenza e compattezza, che non chiude l'io in se stesso, ma lo raccoglie aprendolo. In questo senso la volontа и un essere padrone-di-sи, nel quale diventiamo lucidi e prendiamo potere dell'ente intorno a noi e in noi.

Un sentimento invece и il modo in cui ci troviamo nei confronti delle cose e di noi stessi. Nel sentimento si apre e si mantiene aperto tale modo di essere, и esso stesso questo stato originario. Ne viene una ulteriore delucidazione dell'essenza della volontа, per cui essa si schiude a se stessa. Nel volere mettiamo in luce noi stessi, la nostra identitа, e tale luce и implicita nell'essenza della volontа, non deriva da una riflessione che sopravvenga dopo.

N. designa la volontа ora come affetto, ora come passione e sentimento, ma dietro questi termini vede qualcosa di piщ originario: essi sono, nel fondo della loro essenza, volontа di potenza. Perciт non ha molto senso definire "emozionale" la sua concezione, in contrapposizione a quella idealistica.

 

L'interpretazione idealistica della dottrina nietzscheana della volontа

Se per interpretazione idealistica della volontа si intende quella concezione che dice che la volontа nella sua essenza и un rappresentare, ossia и determinata da idee, allora idealistica и l'intera tradizione occidentale che inizia con Aristotele. Questi, trattando della natura del desiderio, dice infatti che "ciт che nel desiderio и desiderato muove, e l'intelletto, il rappresentare, muove soltanto perchи si rappresenta ciт che nel desiderio и desiderato".

Il pensiero filosofico successivo fa propria questa concezione. Per Kant la volontа e quella facoltа desiderativa che agisce secondo concetti. Il rappresentare differenzia la volontа desiderativa dall'appetito cieco. Anche nell'idealismo tedesco viene ripreso questo concetto. Per Hegel sapere e volere sono la stessa cosa. Il vero sapere и anche agire. Nietzsche stesso dice: "volere, cioи comandare", ossia: "mirare in modo chiaro, teso" ad una cosa. E in ciт и insito appunto il rappresentare, il pensiero che comanda. Tuttavia, se vogliamo avvicinarci il piщ possibile alla concezione nietzscheana della volontа dobbiamo evitare tutte le denominazioni usuali, sia che vengano definite idealistiche o emozionali, o altro.

 

Volontа e potenza. L'essenza della potenza

Ogni volere и un voler-essere-di-piщ; quindi и potenza nel senso del potenziamento, dell'elevazione; и anche autoaffermazione, nel senso di un riandare all'essenza, all'origine. La volontа di potenza и dunque volontа di essenza, e in quanto tale и qualcosa che crea e distrugge: l'essere-signore-al-di-lа-di-sи и sempre anche annientamento. Anche il nulla, la distruzione fanno parte dell'essenza dell'essere. Con tale concezione N. si ricollega al pensiero occidentale.

L'idealismo tedesco ha pensato l'essere come volontа, e si и spinto fino a pensare il negativo come appartenente all'essere. Hegel, nella Prefazione alla Fenomenologia dello spirito ha parlato di "immane potenza del negativo" e ha scritto che la vita dello spirito и quella "che sopporta la morte e che in essa si mantiene".

N. che non approvava il disprezzo di Schopenhauer verso l'idealismo, nel brano n. 416 della Volontа di potenza, ha esaltato la "grandiosa iniziativa" della filosofia tedesca che ha pensato "un panteismo in cui il male, l'errore e il dolore non siano avvertiti come argomenti contro la divinitа".

Anche per quanto riguarda il concetto di potenza come determinazione dell'essere N. si ricollega alla tradizione metafisica occidentale. La potenza, per N., in quanto forza, significa essere pronti ad operare, essere capaci di.. (dynamis). Ma potenza и anche l'atto del dominio, l'essere-all'opera-della-forza (enиrgheia), nonchи venire-a-se-stesso nella semplicitа dell'essenza (entelиcheia). Ma dщnamis, enиrgheia ed entelиcheia sono per Aristotele le determinazioni supreme dell'essere. Vi и quindi un'intima relazione fra la volontа di potenza di N. e la metafisica di Aristotele. Ciт non significa intepretare N. attraverso Aristotele, piuttosto, entrambe le dottrine devono essere riprese nel contesto di una domanda piщ originaria.

 

La domanda-guida e la domanda fondamentale della filosofia

Incominciamo l'intepretazione del terzo libro con il quarto e ultimo capitolo, intitolato "La volontа di potenza come arte". Chiarendo come N. concepisce l'arte, si chiarisce perchи l'intepretazione della volontа di potenza debba cominciare proprio dall'arte. Occorre perт tenere ben saldo l'intento filosofico fondamentale dell'interpretazione, che si articola nella domanda-guida (Leitfrage) - che chiede che cosa и l'ente - e nella domanda fondamentale (Grundfrage) - che chiede che cosa и l'essere-. Queste domande conducono oltre N., ma portano allo scoperto e rendono fertile il suo pensiero. La domanda fondamentale rimane estranea a N., come al pensiero a lui precedente.

In N. il problema dell'essenza della veritа (che и incluso in tali domande), и legato all'interpretazione dell'ente in quanto volontа di potenza. E dato che l'arte ha una posizione eminente nel contesto di tale interpretazione, allora и nell'arte che diviene centrale la questione della veritа.