X. Il ricordo che entra nel cuore della metafisica

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Il ricordo che entra nella storia dell'essere aiuta il pensiero che rammemora la veritа dell'essere e che pensa la storia come l'avvento di una decisione (Austrag) dell'essenza della veritа, nella quale l'essere stesso inizialmente avviene. Essere e veritа, avviluppati l'uno all'altra, appartengono all'inizio (Anfang), che non troviamo rivolgendoci storiograficamente al passato, ma solo nel pensiero rammemorante e nel ricordo che entra nel cuore della storia dell'essere. Il ricordo dа da pensare che e come l'essere determini la veritа dell'ente, che e come da tale determinazione l'essere apra un ambito progettuale per la spiegazione dell'ente, e disponga un pensiero al reclamo dell'essere, imponendo a un pensatore la necessitа di dire l'essere.

Il ricordo conforme alla storia dell'essere и una pretesa (Zumutung) che dа da pensare all'animo (Gemuet) il riferimento dell'essere all'uomo, e richiede l'animo (Mut) per dare una risposta al reclamo, la quale o si espone alla dignitа dell'essere o si accontenta dell'ente. Tale ricordo pretende dall'umanitа storica che essa si accorga che l'essenza dell'uomo и lasciata entrare, coinvolta (eingelassen) nella veritа dell'essere. A volte l'essere ha bisogno dell'uomo, pur non essendo mai dipendente dall'umanitа, che custodisce l'ente come tale. Solo partendo dall'essere umano, cioи dal modo in cui l'uomo concede al reclamo dell'essere la parola della risposta, puт irradiare dall'essere un riverbero della sua dignitа.

Il ricordo non riferisce su opinioni e rappresentazioni passate dell'essere, non conosce il progresso e il regresso di una sequela di problemi, sebbene rimanga dapprima affidato alla parvenza che lo fa sembrare una storiografia di concetti. Tuttavia, il pensiero dei pensatori, per il ricordo conforme alla storia dell'essere, и la risposta che ascolta, che avviene su reclamo dell'essere: ogni pensatore rimane nel limite di tale reclamo: in questo rimanere fedele al suo limite interno sta la sua storicitа. Ciт che и piщ proprio di un pensatore non и suo possesso, ma la proprietа dell'essere.

Che l'essere determini la veritа dell'ente; che disponga (stimmt) un pensiero all'unicitа di dire l'essere, e in base a tale disposizione (Bestimmung) richieda un pensatore nella sua determinatezza (Bestimmtheit); che faccia avvenire (ereignet) la veritа di se stesso e questo sia l'evento (das Ereignis) in cui и essenzialmente presente: tutto ciт non puт essere dimostrato partendo dall'ente, e si sottrae a ogni spiegazione.

Nella storia dell'essere, niente accade, se nell'accadere diamo la caccia a qualcosa che accade; l'accadere stesso и l'unico accadimento: l'evento fa avvenire (das Ereignis er-eignet). L'inizio prende congedo in sи. L'inizio che fa avvenire и la dignitа come la veritа stessache sporge nel suo congedo. La veritа и il nobile che fa avvenire senza avere bisogno di fare effetto.

Invece, la storia dell'essere, nota storiograficamente come metafisica, и caratterizzata da un pro-cedere (Fort-gang) che se va dall'inizio, nel quale l'essere si rilascia nell'enticitа che, iniziandosi come idиa, apre la preminenza dell'ente, e in tale rilasciarsi nell'ente lascia apparentemente all'ente l'apparire dell'essere. La metafisica и dunque quella storia dell'essere in cui questi se ne va nell'enticitа e rifiuta la radura dell'incominciamento dell'inizio (die Lichtung der Anfaengnis des Anfangs).

Nella metafisica, l'uomo, che conosce l'ente in quanto ente e vi si rapporta, urge verso un dominio nella regione dell'ente scatenato e lasciato in balia di se stesso. (L'abbandono dell'essere scatenato nell'estrema malaessenza dell'enticitа si risolve nella macchinazione). L'ente и il reale effettivo che trasferisce la sua essenza nella volontа, che effettua se stessa nell'esclusivitа del suo egoismo in quanto volontа di potenza. La volontа di potenza vela l'estremo scatenamento dell'essere nell'enticitа, in forza del quale quest'ultima diventa la macchinazione. La preminenza del reale effettivo, quale unico ente rispetto all'essere и incondizionata, e in tale situazione viene praticata la dimenticanza dell'essere. Il conoscere si risolve nell'oggettivazione e nel calcolo, che sminuiscono il pensiero, riducendolo a logistica, ossia ad una organizzazione calcolativa che ne ignora l'essenza.

La metafisica - che corrisponde all'etа dell'abbandono dell'essere - non puт portare la storia dell'essere, cioи l'inizio, nella luce della sua essenza, ma in essa l'inizio si vela fino all'inaccessibilitа. Tuttavia la distinzione dell'essere rispetto all'ente - non fondata e al tempo stesso celata - si salva nella forma di quella distinzione di essentia ed existentia (il "che cosa и" e il "che и") che regge tutta la metafisica.

Il "che cosa " l'ente sia и, nella prospettiva dell'ente, l'essere che per primo si cerca nel domandare, e che si arrende alla determinazione solo nella forma dell'enticitа.

Tale distinzione, che non и giа data, deve essere esperita nel suo inizio, affinchи la metafisica assuma il carattere di decisione e perda la forma apparente di una dottrina.

La storia dell'essere appartiene all'essere stesso, non all'uomo, il quale ne и coinvolto solo in base al reclamo dell'essere e secondo il riferimento all'essere, e non in vista del suo sussistere e operare nell'ente.

Il ricordo che entra nel cuore della storia dell'essere и un memorare (Vordenken) che entra nell'inizio ed и fatto avvenire (ereignet) dall'essere stesso, secondo una scadenza che non si puт trovare in base al tempo calcolato storiograficamente, ma che si mostra soltanto a una meditazione, che и giа capace di presagire la storia dell'essere, quand'anche ciт riesca solo nella forma di una essenziale necessitа che scuote silenziosamente e senza conseguenze tutto il vero e tutto il reale.

 

 

 

Note

1. M.Heidegger, Nietzsche, Adelphi, Milano 1995, pp. 38-39.

2. M.Heidegger, Nietzsche, cit., p 389.

3. F.Nietzsche, La volontа di potenza, n. 614, cit. da Heidegger, nel Nietzsche, cit., p. 536.

4. M.Heidegger, Nietzsche, cit., pp. 539-40.

 

 

Il ricordo che entra nella storia dell'essere aiuta il pensiero che rammemora la veritа dell'essere e che pensa la storia come l'avvento di una decisione (Austrag) dell'essenza della veritа, nella quale l'essere stesso inizialmente avviene. Essere e veritа, avviluppati l'uno all'altra, appartengono all'inizio (Anfang), che non troviamo rivolgendoci storiograficamente al passato, ma solo nel pensiero rammemorante e nel ricordo che entra nel cuore della storia dell'essere. Il ricordo dа da pensare che e come l'essere determini la veritа dell'ente, che e come da tale determinazione l'essere apra un ambito progettuale per la spiegazione dell'ente, e disponga un pensiero al reclamo dell'essere, imponendo a un pensatore la necessitа di dire l'essere.

Il ricordo conforme alla storia dell'essere и una pretesa (Zumutung) che dа da pensare all'animo (Gemuet) il riferimento dell'essere all'uomo, e richiede l'animo (Mut) per dare una risposta al reclamo, la quale o si espone alla dignitа dell'essere o si accontenta dell'ente. Tale ricordo pretende dall'umanitа storica che essa si accorga che l'essenza dell'uomo и lasciata entrare, coinvolta (eingelassen) nella veritа dell'essere. A volte l'essere ha bisogno dell'uomo, pur non essendo mai dipendente dall'umanitа, che custodisce l'ente come tale. Solo partendo dall'essere umano, cioи dal modo in cui l'uomo concede al reclamo dell'essere la parola della risposta, puт irradiare dall'essere un riverbero della sua dignitа.

Il ricordo non riferisce su opinioni e rappresentazioni passate dell'essere, non conosce il progresso e il regresso di una sequela di problemi, sebbene rimanga dapprima affidato alla parvenza che lo fa sembrare una storiografia di concetti. Tuttavia, il pensiero dei pensatori, per il ricordo conforme alla storia dell'essere, и la risposta che ascolta, che avviene su reclamo dell'essere: ogni pensatore rimane nel limite di tale reclamo: in questo rimanere fedele al suo limite interno sta la sua storicitа. Ciт che и piщ proprio di un pensatore non и suo possesso, ma la proprietа dell'essere.

Che l'essere determini la veritа dell'ente; che disponga (stimmt) un pensiero all'unicitа di dire l'essere, e in base a tale disposizione (Bestimmung) richieda un pensatore nella sua determinatezza (Bestimmtheit); che faccia avvenire (ereignet) la veritа di se stesso e questo sia l'evento (das Ereignis) in cui и essenzialmente presente: tutto ciт non puт essere dimostrato partendo dall'ente, e si sottrae a ogni spiegazione.

Nella storia dell'essere, niente accade, se nell'accadere diamo la caccia a qualcosa che accade; l'accadere stesso и l'unico accadimento: l'evento fa avvenire (das Ereignis er-eignet). L'inizio prende congedo in sи. L'inizio che fa avvenire и la dignitа come la veritа stessache sporge nel suo congedo. La veritа и il nobile che fa avvenire senza avere bisogno di fare effetto.

Invece, la storia dell'essere, nota storiograficamente come metafisica, и caratterizzata da un pro-cedere (Fort-gang) che se va dall'inizio, nel quale l'essere si rilascia nell'enticitа che, iniziandosi come idиa, apre la preminenza dell'ente, e in tale rilasciarsi nell'ente lascia apparentemente all'ente l'apparire dell'essere. La metafisica и dunque quella storia dell'essere in cui questi se ne va nell'enticitа e rifiuta la radura dell'incominciamento dell'inizio (die Lichtung der Anfaengnis des Anfangs).

Nella metafisica, l'uomo, che conosce l'ente in quanto ente e vi si rapporta, urge verso un dominio nella regione dell'ente scatenato e lasciato in balia di se stesso. (L'abbandono dell'essere scatenato nell'estrema malaessenza dell'enticitа si risolve nella macchinazione). L'ente и il reale effettivo che trasferisce la sua essenza nella volontа, che effettua se stessa nell'esclusivitа del suo egoismo in quanto volontа di potenza. La volontа di potenza vela l'estremo scatenamento dell'essere nell'enticitа, in forza del quale quest'ultima diventa la macchinazione. La preminenza del reale effettivo, quale unico ente rispetto all'essere и incondizionata, e in tale situazione viene praticata la dimenticanza dell'essere. Il conoscere si risolve nell'oggettivazione e nel calcolo, che sminuiscono il pensiero, riducendolo a logistica, ossia ad una organizzazione calcolativa che ne ignora l'essenza.

La metafisica - che corrisponde all'etа dell'abbandono dell'essere - non puт portare la storia dell'essere, cioи l'inizio, nella luce della sua essenza, ma in essa l'inizio si vela fino all'inaccessibilitа. Tuttavia la distinzione dell'essere rispetto all'ente - non fondata e al tempo stesso celata - si salva nella forma di quella distinzione di essentia ed existentia (il "che cosa и" e il "che и") che regge tutta la metafisica.

Il "che cosa " l'ente sia и, nella prospettiva dell'ente, l'essere che per primo si cerca nel domandare, e che si arrende alla determinazione solo nella forma dell'enticitа.

Tale distinzione, che non и giа data, deve essere esperita nel suo inizio, affinchи la metafisica assuma il carattere di decisione e perda la forma apparente di una dottrina.

La storia dell'essere appartiene all'essere stesso, non all'uomo, il quale ne и coinvolto solo in base al reclamo dell'essere e secondo il riferimento all'essere, e non in vista del suo sussistere e operare nell'ente.

Il ricordo che entra nel cuore della storia dell'essere и un memorare (Vordenken) che entra nell'inizio ed и fatto avvenire (ereignet) dall'essere stesso, secondo una scadenza che non si puт trovare in base al tempo calcolato storiograficamente, ma che si mostra soltanto a una meditazione, che и giа capace di presagire la storia dell'essere, quand'anche ciт riesca solo nella forma di una essenziale necessitа che scuote silenziosamente e senza conseguenze tutto il vero e tutto il reale.

 

 

 

Note

1. M.Heidegger, Nietzsche, Adelphi, Milano 1995, pp. 38-39.

2. M.Heidegger, Nietzsche, cit., p 389.

3. F.Nietzsche, La volontа di potenza, n. 614, cit. da Heidegger, nel Nietzsche, cit., p. 536.

4. M.Heidegger, Nietzsche, cit., pp. 539-40.