La metafisica occidentale come "logica"
К оглавлению1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 1518 19 20 21 22 23 24 26 27 28 29 30 31 32
34 35 36 39 40 41 43 44 45 46 47 48 49 50
51 52 53 54 56 58 59 60 61 62
La conoscenza и
un rapportarsi del pensiero all'ente. Il detto di Parmenide: "Lo stesso и
perт percezione e anche essere", esprime appunto questa coappartenenza di essere
e di percezione: senza percezione l'ente non и presente, ma anche la percezione
non puт verificarsi lа dove non c'и ente.
La metafisica
occidentale determina l'ente come ciт che puт essere colto nel pensiero,
attraverso le "categorie", che sono i modi (qualitа, quantitа,
relazione) della genesi dell'ente. Questo pensare e dire le "genesi
dell'ente", percorrendo le loro relazioni, da Platone in poi si chiama
"dialettica".
Non solo il
pensiero metafisico, ma anche quello quotidiano, riposa sulla "fiducia"
nella ragione e sul suo primato, ossia sul fatto che nel pensiero della ragione
e nelle sue categorie si mostri l'ente in quanto tale. In altri termini, che
nella ragione vengano colti e assicurati il vero e la veritа. In questo senso
la metafisica и anche "logica".
La posizione di
N. nei confronti di questa essenza della metafisica puт essere chiarita
dall'affermazione contenuta nel giа citato brano n. 507 della Volontа di
potenza:
"La fiducia
nella ragione e nelle sue categorie, nella dialettica, quindi il valore che si
dа alla logica, dimostrano soltanto la loro utilitа, provata dall'esperienza,
per la vita: non la loro "veritа" ".
Questo passo
contiene sia l'indicazione della fiducia nella ragione come carattere
fondamentale della storia occidentale, sia una interpretazione del carattere di
veritа della ragione e della logica. N. afferma che tale fiducia non dimostra
la "veritа" della conoscenza nel senso che essa riproduca
adeguatamente, come una copia, il reale, ma testimonia soltanto che il tenere-per-vero
fa parte dell'essenza della vita.
La conoscenza и
un rapportarsi del pensiero all'ente. Il detto di Parmenide: "Lo stesso и
perт percezione e anche essere", esprime appunto questa coappartenenza di essere
e di percezione: senza percezione l'ente non и presente, ma anche la percezione
non puт verificarsi lа dove non c'и ente.
La metafisica
occidentale determina l'ente come ciт che puт essere colto nel pensiero,
attraverso le "categorie", che sono i modi (qualitа, quantitа,
relazione) della genesi dell'ente. Questo pensare e dire le "genesi
dell'ente", percorrendo le loro relazioni, da Platone in poi si chiama
"dialettica".
Non solo il
pensiero metafisico, ma anche quello quotidiano, riposa sulla "fiducia"
nella ragione e sul suo primato, ossia sul fatto che nel pensiero della ragione
e nelle sue categorie si mostri l'ente in quanto tale. In altri termini, che
nella ragione vengano colti e assicurati il vero e la veritа. In questo senso
la metafisica и anche "logica".
La posizione di
N. nei confronti di questa essenza della metafisica puт essere chiarita
dall'affermazione contenuta nel giа citato brano n. 507 della Volontа di
potenza:
"La fiducia
nella ragione e nelle sue categorie, nella dialettica, quindi il valore che si
dа alla logica, dimostrano soltanto la loro utilitа, provata dall'esperienza,
per la vita: non la loro "veritа" ".
Questo passo
contiene sia l'indicazione della fiducia nella ragione come carattere
fondamentale della storia occidentale, sia una interpretazione del carattere di
veritа della ragione e della logica. N. afferma che tale fiducia non dimostra
la "veritа" della conoscenza nel senso che essa riproduca
adeguatamente, come una copia, il reale, ma testimonia soltanto che il tenere-per-vero
fa parte dell'essenza della vita.